Chessboxing, le regole dello scacchipugilato in Italia | Radio Deejay

2022-11-01 14:18:35 By : Mr. yong wu

Una scacchiera al centro di un ring, due persone estremamente concentrate nel muovere i pezzi, alla ricerca dello scacco matto. Poi, all’improvviso, un gong risuona nell’aria ed entrambe si infilano i guantoni di pugilato e iniziano a colpirsi con tutta la loro forza. No, non è una follia futurista, ma un vero e proprio sport, con regole precise e campionati nazionali e internazionali.

Lo scacchipugilato viene raccontato su Radio DEEJAY durante Chiamate Roma Triuno Triuno, il programma del Trio Medusa in onda ogni mattina feriale dalle 7 alle 9. Clicca qui sotto per ascoltare l’intervento e il commento.

Una sfida senza esclusione di colpi, sulla scacchiera e sul ring. Le armi sono varie: la testa, intesa proprio come centro pensante della strategia, e il corpo, per sferrare pugni in grado di mandare l’avversario al tappeto. Intelligenza e forza fisica insieme, per una specialità quanto mai completa: è lo scacchipugilato, lo sport che piano piano sta conquistando sempre più appassionati.

Negli ultimi anni lo scacchipugilato ha visto la nascita di una Federazione Italiana, creata nel 2012, e di competizioni internazionali. Il mondiale, in realtà, esiste già dai primissimi anni 2000, quando lo scacchipugilato (o chessboxing, com’è conosciuto a livello internazionale) è stato creato.

I meriti dell’idea vanno assegnati a Enki Bilal, che ha inventato il chessboxing nel graphic novel Freddo Equatore. Nel 2003 Iepe Rubingh ha deciso di codificare lo sport, scegliendo però di alternare i due sport. Sempre nel 2003 si è disputato il primo mondiale, vinto dall’ideatore della disciplina.

Le regole dello scacchipugilato hanno il difficile (e riuscitissimo) compito di mettere insieme due specialità molto diverse tra di loro. Nel chessboxing ci sono in tutto undici riprese: si inizia con un round di scacchi di 3 o 4 minuti, per poi proseguire con uno di pugilato da tre. Tra una ripresa e l’altra, gli atleti hanno un minuto per riposare e mettersi o togliersi i guantoni e il paradenti.

In tutto ogni giocatore ha un tempo limitato sul proprio orologio di scacchi, di solito di 9 minuti (a volte 12, a seconda del regolamento del torneo). Questo tempo limite deve bastare per l’intero incontro, che comprende in tutto sei round di scacchi e cinque di pugilato. L’arbitro di scacchipugilato ha inoltre la facoltà di intervenire se pensa che un giocatore stia temporeggiando volontariamente: in questo caso conta alla rovescia da 10. Se il chessboxer non muove prima dello 0, perde la partita.

Come si vince a scacchipugilato? Facile, almeno sulla carta. Bisogna fare scacco matto nelle riprese degli scacchi o mettere ko l’avversario nel round di pugilato. Naturalmente, si può vincere anche quando scade il tempo all’avversario, o quando quest’ultimo si ritira o viene dichiarato sconfitto dall’arbitro, che ha il compito di salvaguardarne la salute.

Nel caso in cui la partita di scacchi finisca in parità prima dell’undicesimo round, per stallo o per ripetizione di posizione, si disputa un’ultima ripresa di pugilato. Se neanche in questo round si verifica un ko, si contano i punteggi assegnati dai giudici del pugilato. Il pareggio, nella variante della Federazione Italiana scacchipugilato (FISP), è contemplato. Nel caso in cui l’incontro degli scacchi non sia ancora finito al termine dell’undicesimo round, si va ai punti senza un’ulteriore ripresa di pugilato.

Naturalmente, le regole dello scacchipugilato comprendono diverse categorie in base al peso, proprio come nella boxe tradizionale, per evitare un netto equilibrio fisico tra i contendenti.

Il regolamento dello scacchipugilato viene spiegato anche a Chiamate Roma Triuno Triuno, il programma di Radio DEEJAY condotto dal Trio Medusa in onda ogni mattina feriale dalle 7 alle 9. L’ascoltatrice Diana da Voghera racconta come si è avvicinata al chessboxing, ormai otto anni fa:

Sono istruttrice di kickboxing, arrivo da lì. Mi sono avvicinata piano piano allo scacchipugilato. L’unione tra pugilato e scacchi era un po’ strana, non capivo.

L’ascoltatrice prosegue riassumendo le regole, di fronte alle domande degli incuriositi componenti del Trio Medusa:

Sono undici riprese e si parte con una ripresa di scacchi. Viene montata una scacchiera al centro del ring. I due atleti salgono sul ring e si siedono uno di fronte all’altro. Vengono dati dei tappi per le orecchie per evitare suggerimenti. Si mette la musica a tutto volume nelle orecchie. Il round di scacchi dura 3′. Finiti tre round, suona la campanella, si tolgono le cuffie, si mettono guantoni e paradenti e si inizia il round di boxe.

Il risultato della partita di scacchipugilato, come ricorda l’ascoltatrice, varia a seconda delle situazioni che si creano:

Può succedere che ci sia un atleta più forte di scacchi e vinca per ko e può succedere che ci sia un atleta fortissimo a scacchi, in grado di fare scacco matto in tre mosse. Si vince o per scacco matto o per ko. In caso di pareggio si fa un’ennesima ripresa, o di scacchi o di pugilato, poi si va ai punti. Decide l’arbitro se la ripresa decisiva dev’essere di pugilato o scacchi.

Non pensate che lo scacchipugilato sia una specie di giochino riservato a un cerchio ristretto di persone. Il chessboxing organizza ogni anno competizioni internazionali, con tanti di titoli di campione nazionale, continentale e mondiale. L’Italia ha una sua federazione, appunto la FISP (Federazione italiana di scacchipugilato), che si occupa anche di diffondere lo sport nei confini nazionali.

L’Italia sta conoscendo sempre di più lo sport del chessboxing. Il campione europeo di scacchipugilato è Marcello Gasperini, che di mestiere fa l’avvocato e per passione ha scelto di dedicarsi a questa particolare disciplina. Una passione che sembra contagiare un numero sempre più alto di persone.